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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

17/02/2014.  BARLETTA – EDITORIA E STAMPA LOCALE, “IL FIERAMOSCA” COMPIE 40 ANNI. NACQUE DA UNA SPACCATURA NELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA COME ORGANO DEL GRUPPO D’IMPEGNO POLITICO ALCIDE DE GASPERI: “SE NON DIREMO COSE CHE A QUALCUNO SPIACERANNO, NON DIREMO MAI LA VERITA'.

Sull’importante anniversario, l’intervento autobiografico del nostro Direttore, Nino Vinella, che proponiamo ai Lettori.

“Vi è stato un tempo a Barletta dove i giornali di partito gareggiavano per dare voce scritta alla politica. Come appunto “La Voce democratica” per il PCI a sinistra. Più indietro negli anni “Il corriere di Barletta” di Manlio Livio Cassandro per il PLI.

Ma era la Democrazia Cristiana a detenere l’indiscusso primato, con “Il Buon senso” fondato negli anni Venti del Novecento, quale organo ufficiale della segreteria politica al governo dello Scudo crociato e della città.

Sostanzialmente doroteo, della corrente più legata ai valori fondativi del partito, spiccatamente di centro moderato equidistante da destra e sinistra.

Questo fino alla metà degli anni Settanta, quando, nella scia di Aldo Moro che apriva al centrosinistra organico, i riflessi del diverso orientamento si riversarono all’interno della DC barlettana, dove un gruppo di giovani di allora, sotto la guida ispiratrice e la spinta organizzatrice di Renato Russo, impiegato in Cementeria, cresciuto nella Fuci come universitario (fuori corso) fin dal suo arrivo a Barletta da Occhiobello in provincia di Rovigo dov’era nato, diede vita al Gruppo d’Impegno Politico (GIP) intitolato allo statista Alcide De Gasperi.

Formazione prevista dall'allora vigente Statuto della DC a livello nazionale ma che su Barletta appariva sempre più chiaramente come spartiacque fra vecchio e nuovo modo di concepire l'impegno dei cattolici anche sulla scena politica locale.

Dopo alcune esperienze nella Spes cittadina a servizio della segreteria comunale (Spes in latino “speranza” ma era l'acronimo della "Sezione Propaganda E Stampa" del partito), con quei cittadini tutti regolarmente tesserati con versamento di quote e quant’altro, tessera che dava diritto a votare nei congressi cittadini, il GIP De Gasperi creò progressivamente le condizioni per un’alternativa interna alla maggioranza dorotea, composto com’era da giovani morotei con chiare competenze di base ed azione politica ispirata alla visione ed al pensiero di Aldo Moro nei confronti della Sinistra e soprattutto dei socialisti.

Dopo un rodaggio interno con la progettazione a tavolino del menabò, tutto disegnato a mano, nei primi mesi del 1974, giusto a marzo, uscì il primo numero de “Il Fieramosca” formato rivista con cadenza mensile, copertina bianca in cartoncino leggero e caratteri in azzurro, stampato nella Tipografia Rizzi & Del Re in corso Vittorio Emanuele, vicino alla Galleria del teatro Curci.

Usava, quella tipografia cara ma ormai scomparsa dal panorama editoriale e grafico cittadino, una vecchia linotype di seconda mano, acquistata (perché dismessa) direttamente dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

Righe tipografiche di varia giustezza che uscivano fuse nel piombo bollente dalla tastiera del compositore-scrivano, una dopo l'altra fino a comporre l'articolo, disposto nella pagina sul bancone di marmo, una pagina dopo l'altra e così via a finire il telaio che si chiudeva inserendolo poi nella lunga rotativa per la fase di stampa.

I titoli invece erano composti a mano, con lettere di vario corpo e misura, montati su basi di legno, lettere prese una alla volta dai vari "magazzini" ed allineate: se ne incaricava Naniello, un anziano maestro tipografo semi cieco come una talpa ma bravissimo nel suo mestiere. Ricordo intorno a lavorarci in squadra Luigi, Giovanni, l'allora giovane garzone di tipografia Franco Corsini... Tutta gente professionale, onesta, che sapeva ben fare il proprio duro lavoro sotto la guida del ragionier Del Re.

Il riferimento esplicito della testata era rivolto sia al condottiero della Disfida ma soprattutto al Fieramosca fondato a Barletta nel 1870, anno della presa di Porta Pia a Roma il 20 settembre di quell'anno che coronava l'Unità d'Italia con la nuova Capitale, quel periodico studiato in biblioteca dal sottoscritto, periodico che si era caratterizzato per indipendenza di posizione politica e atteggiamento giornalistico nell’opinione pubblica barlettana dell’epoca.

Già segretario di redazione nel Buon senso, diretto dall’indimenticabile Gaetano Salvemini (commercialista col pallino del giornalismo, che si firmava nei corsivi politici GAS), il sottoscritto, appena diplomato ragioniere e già al lavoro in banca, avviatosi nel giornale dell’Istituto tecnico Cassandro “Il Periscopio” dove aveva scritto da studente impegnato dopo il ’68 l’attuale sindaco Pasquale Cascella, il sottoscritto aderì così anima e corpo alla nuova esperienza giornalistica.

Per attività, personalità e rappresentanza politica, nel GIP De Gasperi si distinsero l'avv. Nicola Larosa (divenuto sindaco nel 1988, giunta monocolore DC), l'avv. Raffaele Fiore (anch'egli sindaco nel 1994, giunta Partito Popolare-PDS) e soprattutto Renato Russo, nel frattempo laureatosi in giurisprudenza sotto la guida del prof. Renato Dell'Andro, fedelissimo moroteo.

Renato Russo doveva successivamente ricoprire sempre più importanti incarichi amministrativi democristiani nelle giunte di pentapartito, giungendo alla carica di sindaco nel 1984 (giunta DC-PSI-PSDI-PRI-PLI), per una manciata di mesi da gennaio ad ottobre: grande occasione (forse mancata) con il centenario della morte del pittore Giuseppe De Nittis.

Furono quelli, per me, anni intensi, educativi e formativi, ma anche di grande travaglio interiore in perenne conflitto fra le ragioni della politica con gli interessi di un’informazione il più possibile pulita ed obiettiva nei confronti dei Lettori-Elettori.

Arrivai perfino a candidarmi in Consiglio comunale col n. 38 della lista DC, quando furono ammessi al voto per la prima volta i diciottenni nel 1975: manifesto elettorale con Raffaele Grimaldi, poi sindaco anche lui nel novembre 1990, e Roberto Tatò, l'attuale presidente del Barletta calcio... Carriere molto diverse nel sociale. Mi votarono 168 barlettani, pensate. Quella fu la prima ed é rimasta unica esperienza del genere nella mia vita...

Una prima rottura la ebbi con Russo quando, da segretario politico cittadino, mi smontò una pagina già pronta per inserire, a mia insaputa, all'insaputa di me che seguivo il lavoro (sporco in tutti i sensi, inchiostro compreso) in tipografia fino ad ore tardissime, di notte.

Fece inserire un pezzo nel quale annunciava l'intesa con l'avv. Giuseppe Palmitessa, il più giovane sindaco di Barletta eletto a soli 23 anni nel 1956 (monocolore DC fino al 1962), ritornato in primo piano con un'intesa faticosamente raggiunta dopo logoranti trattative, intesa che sanciva un accordo fra le due correnti, dorotea e morotea. Palmitessa fu infatti rieletto sindaco il 21 ottobre 1975 in una giunta bicolore DC-PSI, restando in carica fino all'8 maggio 1976 quando gli subentrò Armando Messina, di anima morotea, nel quadripartito DC-PSI-PSDI-PRI.

Fu allora che ebbi netta la sensazione di dover separare la militanza politica dal lavoro giornalistico, sensazione trasformatasi in volontà di uscire dalla DC per dedicarmi all'attività di giornalista, sfociata nell'iscrizione all'Ordine del Giornalisti di Puglia e Basilicata il 22 settembre 1975.

“Se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verita’”, fu il motto della rivista, una frase di De Gasperi. Una stretta tempistica di uscita nelle edicole, anche a costo di personali sacrifici personali nonché economici.

Numerose iniziative collaterali, fra cui: un portfolio con le stampe di Antonio Bernardini (allora direttore del Museo-Pinacoteca), una guida turistica per Barletta nel 1975…

Da allora, correva l’anno 1974, è iniziata tutta un’altra storia.

Quarant’anni fa, quando io ne avevo venti…”

Nino Vinella

DALL'ARCHIVIO DELLE NEWS...

17/03/2011. ANNIVERSARI - VIA FANI, IL RAPIMENTO, 1978-2011: ALDO MORO E BARLETTA A TRENTATRE ANNI DA VIA FANI.

http://www.comitatoprocanne.com/newsDett.asp?news=7238


L'articolo di MICHELE CRISTALLO, Direttore della rivista NEL MESE di Bari....



 

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