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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

17/01/2015.  BARLETTA - SI DEL CONSIGLIO COMUNALE DI BARLETTA ALLA "GIORNATA DELLA MEMORIA PER LE VITTIME DELLA MALA EDILIZIA": 80 MORTI IN 50 ANNI. IL TRIBUTO DELLA POLITICA E L'IMPEGNO DEL GRUPPO DI LAVORO VIA CANOSA 1959-2009 OLTRE IL RITO PER UNA NUOVA COSCIENZA.

Giovedì 15 gennaio 2015. Le 19:59. Quando la presidente del consiglio comunale, Carmela Peschechera, ha messo ai voti la proposta di istituire ufficialmente la Giornata della memoria per le vittime dei crolli da mala edilizia, erano queste le cifre sul display dell’orologio elettronico nell’aula.

In diretta tv o streaming, qualcuno ci può aver fatto caso, ma per me che ero presente si trattava di un messaggio preciso, da leggere come improvviso flash scattato nella coscienza: l’ora del voto in consiglio, l’anno del crollo di Via Canosa…

Telefonicamente l’ho comunicato a Maria Straniero, da sempre e spesso solitaria, battagliera, appassionata “testimone del tempo” di quella tragedia di mercoledì 16 settembre 1959, dove perse la sorella Lucia travolta col marito Nino Palmitessa, freschi sposini appena tornati dal viaggio di nozze, ed altre cinquantasei vittime innocenti martiri della speculazione.

Maria, che risiede a Trani e soffre sia per questa lontananza dalla sua Barletta che per motivi di salute, ha avuto come un soprassalto, un brivido nella schiena, un presentimento, il messaggio era anche per lei. E si è commossa, ha pianto al mio telefono, ed io mi sono emozionato ancor di più con lei quando poi la presidente Peschechera ha dato l’annuncio ufficiale: il si del consiglio comunale con 27 voti favorevoli, all’unanimità dei presenti.

La prima delibera dell’assise municipale del 2015, che apre la sua attività del nuovo anno con un gesto, un atto che può essere considerato solo politico ma che ha nelle sue corde, nei suoi mille risvolti, la voglia dei rappresentanti eletti dal popolo, dalla gente di Barletta come presa di una nuova coscienza sull’edilizia buona che prevale su quella cattiva e sanguinaria, degli ottanta morti in mezzo secolo, il primato della speculazione su scala nazionale.

Dalla tribuna stampa, in aula ho guardato anche il collega Roberto Straniero, fratello di Maria, ed anche a lui ho mostrato quel “1959”. E lui, che era bambino quando avvenne il crollo, ha avuto quel suo gesto tipico di chi, pur capendo quanto gli stai facendo vedere, si sente triste dentro ma si vuole impegnare a raccontare, come ogni giornalista, perché anche gli altri possano e sappiano capire, comprendere, essere informati sui fatti veramente accaduti…

Le parole scandite dal sindaco Cascella, promotore della proposta di istituire la Giornata, hanno coronato la seduta durata circa tre ore. Con accenti e voci, apparentemente diverse nei riferimenti ai diversi aspetti (educativo, regolamentare, economico, amministrativo, sociale) ma nella sostanza con l’unico denominatore comune: la memoria.

Così è stato approvato all’unanimità l’emendamento che dall’originaria Giornata del ricordo ha definitivamente consacrato nel calendario della Città di Barletta la “Giornata della Memoria per le vittime dei crolli da mala edilizia”.

Perché, è stato osservato da più d’uno fra i consiglieri intervenuti al dibattito, non di ricordo a carattere singolo o personale o familiare si tratta, ma bensì di memoria collettiva, larga e condivisa nella comunità cittadina di Barletta a monito perché disastri o sciagure del genere non abbiano più a ripetersi. Questo l’impegno forte e deciso.

Le date indicate in chiaro (16 settembre 1959, 58 morti e dodici feriti, e 3 ottobre 2011, cinque vite spezzate di giovani donne) abbracciano anche quella con diciassette morti nella notte dell’Immacolata 1952 in via Magenta, accomunando nel computo finale il crollo senza vittime del marzo 1956 quando scamparono alla morte altre 37 persone in Via Taddei.

Come ha ricordato il sindaco Cascella, all’inizio dell’anno scolastico sarà così possibile affidare alle coscienze di scolari e studenti, con le rispettive scuole e famiglie e la cittadinanza tutta, il nuovo messaggio: no al rito delle sterili celebrazioni di facciata, si a momenti pubblici di riflessione e di confronto, secondo quel piano di lavoro volontaristicamente già avviato nel 2009 in occasione del cinquantenario dal crollo di Via Canosa dal nostro Gruppo di lavoro e l’incoraggiamento a proseguire lungo la strada dell’educazione alla coscienza ed alla legalità provenuto direttamente dalla Presidenza della Repubblica.

Per il sindaco Cascella, che di sicuro può aver contribuito in quelle parole da consigliere all’informazione di Giorgio Napolitano, e che era con lui quando il Capo dello Stato, come fece Giovanni Gronchi nel 1959 sulle macerie di Via Canosa, visitò il vuoto lasciato dal crollo in Via Roma a novembre 2011, si tratta di un ritorno al futuro.

Per lui e per tutti i barlettani, con la prima delibera del Consiglio comunale votata all’unanimità, i segni ci sono davvero tutti: impegno a cambiare, coesione sociale, speranza nel futuro.

Noi siamo pronti.

Nino Vinella, giornalista
A nome del Gruppo di Lavoro Via Canosa 1959-2009
Barletta, venerdì 16 gennaio 2015





 

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