Il «giallo» degli atti introvabili è stato risolto: la sovrintendenza li ha recuperati negli archivi.
Arrivati in copia i documenti che sollecitavano la salvaguardia della zonaSpinazzola - E' giallo per i documenti «introvabili» nel Palazzo di Città relativi all'area delle «Grottelline»e, in particolare per le relazioni inviate dalla sovrintendenza. Dopo la firma del presidente della Regione Vendola, per il via libera alla discarica di Bacino Ba/4 in località «Grottelline», il commissario prefettizio, Mariannina Milano, ha fatto cercare invano la certificazione relativa a questa località per valutare un'eventuale opposizione, visto che aveva saputo che tale area era «in attesa di vincolo archeologico».
Infatti, in tale località è stato rinvenuto dall'Università di Pisa un villaggio neolitico risalente tra 7.000 e 8.000 a.C. Unico documento presente presso l'ufficio tecnico è la risposta inviata dal sovrintendente Giuseppe Andreassi agli assessori Giuseppe Di Noia e Sebastiano De Sario, a dicembre 2005 in cui si preannunciava il vincolo archeologico dell'area limitrofa vicino alle due cave su cui, oltre alla discarica di bacino, pendeva la richiesta anche di un'altra discarica di rifiuti speciali non pericolosi.
Il «vuoto» degli altri atti pubblici precedenti al dicembre 2005, è stato colmato con il rilascio di copie dalla sovrintendenza grazie alle quali è possibile ricostruire, almeno in parte, la storia di zona «Grottelline». I siti archeologici erano stati segnalati da Vinson e descritti da lui in «Ancient roads between Venosa and Gravina». Il 13 maggio 1998, il dott. Giovanni Pofi di Bari in seguito ad una nuova ricognizione, scopre altre aree di estremo interesse archeologico, con una dettagliata relazione segnala il tutto alla sovrintendenza di Taranto.
L'11 giugno 2003, il sovrintendente Andreassi scrive al sindaco di Poggiorsini e a quello di Spinazzola, nonché al Ministero per i Beni Culturali, inviando copia della relazione redatta dalla dott.ssa Giuseppina Canosa, responsabile sovrintendenza del territorio. Già in questa prima relazione si legge: «tutto il complesso appare di notevole interesse paesaggistico ed ambientale essendo caratterizzato sia dalla morfologia che dalla flora tipica dell'ambiente rupestre oltre che da edifici rurali attestanti attività agricole tuttora praticate.
L'interesse archeologico della zona è chiaramente desumibile sia dalle attività attestate del Neolitico in continuità fino ai giorni nostri». Altra relazione della sovrintendenza, dell'11 agosto 2005: a riceverla è la presidente della seconda commissione consiliare Livia Di Giulio. Tre pagine dopo gli scavi effettuati alle Grottelline dalla prof.ssa Renata Grifoni Cremonesi dell'Università di Pisa, in cui si legge: «l'alta datazione della struttura abitativa individuata, collocabile intorno alla fine del VI millennio a.C., costituisce un'importante testimonianza del più antico popolamento neolitico della Puglia. I rinvenimenti di età preistorica sono la testimonianza della più remota occupazione umana riscontrata in una zona che presenta un grande interesse ambientale e paesaggistico». Altra nota: «il casale di Grottellini era un possedimento dei Templari documentato sin dal 1197, di cui rimane testimonianza in una cappella della vicina masseria Vitti. In aggiunta alla piccola cappella, altri edifici rurali presenti nelle immediate vicinanze rendono interessante dal punto di vista storico-ambientale tutto il comprensorio.
La Masseria Grottellini è stata dichiarata monumento di grande interesse e tutelata ai sensi della legge 1089 del 1939». In definitiva, con questa documentazione «persa» nei meandri comunali, la dott.ssa Milano chiederà alla Regione di riesaminare la concessione della discarica di bacino in località «Grottelline».
Cosimo Forina
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 18/05/2006