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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

31/03/2015.  BARLETTA - LUNEDI' 28 LUGLIO 1980: PIETRO MENNEA CONQUISTA L'ORO SUI 200 NELLE OLIMPIADI DI MOSCA. ESPLODE L'ENTUSIASMO DEI BARLETTANI. COSI' RACCONTA LA GAZZETTA TRENTACINQUE ANNI FA NELLA PAGINA DESTINATA ALL'ARCHIVIO STORICO DEL RECORDMAN MONDIALE .

Appena terminata la seconda ed ultima puntata della miniserie su Rai 1 "Pietro Mennea la freccia del sud", commenti e discussione sui social hanno ripreso maggior vigore.

Era lunedì 28 luglio 1980, piena estate... Trentacinque anni trascorsi da quel pomeriggio con gli occhi incollati alla tivvù ed il commento di Paolo Rosi che idealmente collegava il trionfo di Mosca con l'entusiasmo esploso a Barletta per Mennea.

Ecco il pezzo scritto allora dal nostro Direttore Nino Vinella, all'epoca corrispondente de La Gazzetta del Mezzogiorno per la cronaca e lo sport da Barletta con il collega Giuliano Rotunno.

Analogie (tutte) e differenze (nessuna) con quanto visto da tutta Italia nella fiction: che, almeno in questo pezzo della storia di Mennea, ha rispettato la realtà.

Il pezzo di Nino Vinella fu scritto sulla sua Olivetti lettera 32 e dettato quasi a braccio allo stenografo della Redazione di Bari a sera inoltrata, e "passato" dal capo servizio, il redattore Carlo Gagliardi, che disegnò il menabò della pagina, titolandolo come leggerete a tutta pagina MENNEA GIA' NELLA LEGGENDA con il servizio dall'inviato a Mosca ed il pezzo su quanto accaduto a Barletta col titolo di taglio centrale...

Dopo la storica finale dei 200 a Mosca. Con champagne e fuochi d’artificio Barletta ha festeggiato la vittoria

BARLETTA – Forse c’è stata un po’ di incredulità almeno inizialmente a Barletta: il sogno tanto atteso si è finalmente realizzato e tutti, indistintamente, dagli amici ai conoscenti, fino ai semplici cittadini hanno avuto bisogna di rivedere più d’una volta in televisione la splendida gara di Pierino per convincersi della realtà.

Ed allora i primi gruppi hanno cominciato a formarsi: uno davanti al Bar Mazzocca (quello solitamente frequentato da Pietro quando è a casa), un altro davanti al Bar Madonnella e poi, cerimoniere il cav. Cosimo Puttilli, il grande corteo con auto e bandiere in piazza Municipio proprio sotto la sede del Comune, immediatamente imbandierata per decisione dell’assessore anziano Pastore.

Il grido è uno solo “Pierin’” e subito con l’aiuto dei più vulcanici tifosi di Pietro vengono accesi i fuochi d’artificio, vengono stappate bottgilie di champagne, si brinda alla grande vittoria, alla medaglia, quella benedetta medaglia rincorsa per dodici anni che ancora mancava.

Ovviamente è bloccato il traffico per le principali vie della città della Disfida “gonfiatesi” di gente, di ragazzi che corrono e gridano, di auto. Tutti tentano di raggiungere piazza Municipio. Tutti vogliono testimoniare la gioia dei barlettani per il raggiungimento di un traguardo tanto ambito dal loro ormai illustrissimo concittadino.

“Si – afferma un signore – Pierino è andato via da Barletta, si allena fuori, vive lontano dalla sua città per quasi tutto l’anno: ma è sempre un barlettano. Quando compie un’impresa tutti parlano di Barletta: forse dopo questa vittoria a Mosca il soprasso in fatto di notorietà al grande Eraclio è stato compiuto”.

Certo, potrà sembrare un’esagerazione quella del paragone con il gigante di Barletta ma queste parole testimoniano la gioia, quasi la liberazione, con cui è stata accolta la medaglia d’oro olimpica.

Intanto in casa Mennea manna Vincenza si è appena ripresa da un leggero malessere. “Non avevo dubbi – afferma – quando l’ho visto sorridere, subito dopo le semifinali, ho capito che poteva farcela. Ecco ora ha veramente vinto tutto. Finalmente anche l’alloro olimpico è suo. Lo meritava. Aveva bisogno di far vedere a tutti il suo valore”.

Nessun altro parla. Nessuno accenna alla brutta esperienza dei 100. C’è l’ordine preciso che impartisce Angela, la sorella di Pietro, di non rilasciare dichiarazioni. Di starsene tranquilli. La consegna è rispettata in pieno. Ci sono pacche sulle spalle, abbracci. Bottiglies di spumante che si aprono all’arrivo dei parenti.

La festa in casa Mennea, questa volta, è molto intima. Di estranei, se così si può dire, non ve ne sono, eccesion fatta per Franco Sandolo, l’amico fraterno di Pietro. E pare che gli stessi tifosi intendano rispettare la privacy della famiglia. Si festeggia solo in piazza. Nessun corteo raggiunge la casa della “medaglia d’oro”.

Intanto le autorità barlettane cominciano a porsi il problema di cosa poter fare per testimoniare il riconoscimento della città al figlio illustre: il primo atto è un telegramma da inviare a Mosca a Pierino e un altro al presidente della Fidal.

Il resto? Beh, c’è tempo per prepararlo, e dopo tutto c’è la speranza che all’oro si aggiunga qualcos’altro, per la staffetta 4x400. Pierino è ormai galvanizzato e potrebbe con l’aiuto dei compagni di squadra compiere un altro miracolo, come quello compiuto proprio nella finale dei 200.

Nino Vinella






 

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