Massimo Bocchiola e Marco Sartori scrivono insieme un libro, appena distribuito da Mondadori in tutte le librerie italiane, avvincente come un romanzo, che fa rivivere la più grandiosa battaglia del mondo antico. Il 2 agosto 216 a.C. è la data più funesta nella storia della Roma repubblicana. L'esercito romano, guidato dai due consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone, si scontrò con quello cartaginese, comandato da Annibale, nella sanguinosa battaglia di Canne, uno dei fatti d'armi più famosi della storia. Fu una catastrofe militare senza precedenti, le cui dimensioni, dopo ventidue secoli, continuano a stupire: secondo molti storici, per numero di caduti può essere definita l'Hiroshima dell'antichità.
Eppure a Canne non c'erano né armi da fuoco né grossi calibri di artiglieria, e tanto meno aerei. Si combatté con dardi, pietre, armi bianche, zoccoli di cavalli, pugni, calci e morsi. L'esercito di Annibale riuscì a neutralizzare e ad annientare la potente macchina militare romana, composta da ben otto legioni, dando ai suoi avversari scacco matto in tre mosse: sgominandone la cavalleria, facendo flettere al centro dello schieramento le proprie fanterie e, infine, accerchiando il nemico in un abbraccio mortale. Quel giorno la seconda guerra punica visse un momento tragico e maestoso, e il destino di Roma sembrò segnato.
Perché l'esercito romano, efficiente e spietato come nessun altro nell'arte della guerra, incorse in una simile catastrofe? Come mai in una battaglia combattuta all'arma bianca il conto delle perdite fu così paurosamente sfavorevole a uno dei contendenti? E, infine, in che modo Roma seppe risollevarsi per poi, dopo una dozzina d'anni, sconfiggere il suo acerrimo nemico?
Massimo Bocchiola e Marco Sartori ripercorrono momento dopo momento le fasi dello scontro, ci mostrano come erano organizzate le istituzioni politico-militari di Roma e Cartagine, quali ragioni etiche ed economiche spingevano i due popoli a combattere con tanto valore e tanta incredibile ferocia, e delineano un ritratto magistrale di Annibale, guerriero per tradizione familiare e condottiero dall'irresistibile carisma.
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AVVENIRE - SABATO 22/11/2008: CANNE, LA VERDUN DELL'ANTICA ROMA